giovedì 24 ottobre 2013

Paolo Villaggio: "L'eguaglianza non fa per l'uomo"

Ho avuto il piacere, l'onore, il privilegio di incontrare dal vivo Paolo Villaggio: un sogno che inseguivo da diversi anni, da quando - iscritto all'università - decisi di dedicare la mia tesi di laurea triennale proprio alla figura del ragionier Ugo Fantozzi. All'epoca ci sentimmo via telefono, purtroppo non riuscii ad incontrarlo. Così, dopo una laurea triennale su Fantozzi (filmografia fantozziana intesa come indicatore sociologico), una laurea magistrale su Fantozzi (parallelo tra i personaggi di Paolo Villaggio e quelli di Fedor Dostoevskij), dopo diversi anni ho ripreso a lavorare sulla maschera creata dal comico genovese e ho avuto la possibilità di conoscerlo dal vivo e di intervistarlo, a Roma. Una intervista che appunto assume, per certi versi, i contorni di un cordiale colloquio.

MEMORIE DOSTOEVSKIANE - Si inizia parlando del possibile parallelo tra i personaggi di Paolo Villaggio (Fracchia e Fantozzi in primis) e quelli nati dalla penna dello scrittore russo Fedor Dostoevskij: l'artista genovese è un "fanatico" delle Memorie del sottosuolo, romanzo dello scrittore russo. "Le conosco a memoria, a mio avviso sono il romanzo più importante di Dostoevskij" dice, ricordando le vicissitudini del protagonista, dalla cena sino all'incontro con la prostituta, passando per lo scontro con il generale. Durante la cena, ricorda Villaggio, c'è "l'affetto, di tutti i commensali, per il granduca che sta per partire, un affetto che poi è un tipo di ammirazione per i soldi del granduca, l'affetto che hanno adesso quelli vicini a Berlusconi, vero affetto per il potere economico di quest'uomo". Villaggio scaccia quindi i moralismi: "C'è la tendenza ad essere un po' moralisti, ma la nostra è una cultura nella quale è naturale, quasi logico avere ammirazione e affetto per la gente molto ricca e molto riuscita". E' quello che in effetti succede sia nei romanzi di Dostoevskij, sia nelle disavventure (letterarie e cinematografiche) del ragionier Fantozzi: l'adulazione per i potenti, il servilismo verso i superiori.

FANTOZZI E L'EGUAGLIANZA - "Tutte le grandi rivoluzioni sono basate sull'eguaglianza, sia quella francese, sia quella sovietica. L'eguaglianza non è però adatta all'animale uomo" questo il pensiero del comico genovese. Nelle disavventure fantozziane il ragioniere è sempre l'inferiore per eccellenza, subisce i suoi superiori perché non ha il loro potere economico. E', in parole povere, diverso da loro. Una "diseguaglianza" che, purtroppo, riferisce Villaggio, non può essere colmata. "Nel mondo animale - prosegue Villaggio - a comandare è il maschio dominante. Esistono anche tra noi uomini quelli più portati a essere più potenti". Sembra di rivivere la sequenza del primo film della saga (Fantozzi, 1975, regia di Luciano Salce) quella durante la quale il ragioniere parla con il megadirettore galattico delle ingiustizie che attanagliano i più deboli. "Da parte di Fantozzi e dei colleghi - rimarca Paolo Villaggio - c'è una specie di accettazione della loro condizione". Villaggio ricorda quindi "l'acquario dei dipendenti e la poltrona in pelle umana, quelli erano dei paradossi cinematografici ma funzionavano molto, rendevano l'idea".

LA LOTTA DI FANTOZZI CONTRO IL TEMPO, IL RAPPORTO CON LA MORTE - "Il traffico delle megalopoli è una delle torture più grandi alle quali l'uomo moderno è condannato" dice Paolo Villaggio relativamente al rapporto di Fantozzi con il tempo, riferendosi alla sequenza del primo film in cui il ragioniere fa una vera e propria corsa contro il tempo prendendo l'autobus al volo per non arrivare tardi in ufficio. Dal tempo alla morte: se il rapporto di Fantozzi con la morte "non è così tragico", Paolo Villaggio ricorda però che il ragioniere, quando scopre di dover morire (Fantozzi in Paradiso, 1993, di Neri Parenti) ha ovviamente paura di rinunciare "all'unica certezza, all'unico bene tangibile, all'unica prova dell'esistenza di una eventuale divinità".

PAOLO VILLAGGIO RICORDA MONICELLI E LIZZANI - "A decidere la data della morte non deve essere una divinità esistente, la nostra è una cultura stupida perchè vieta l'eutanasia, non capisco l'accanimento terapeutico" dice Paolo Villaggio a proposito di Mario Monicelli e Carlo Lizzani, due registi che di recente hanno purtroppo deciso di farla finita. Il tema del suicidio è affrontato anche nella filmografia fantozziana, anche se i motivi che portano il ragioniere diverse volte a tentare di farla finita non sono quelli per i quali molte persone, purtroppo, negli ultimi anni in Italia hanno deciso di farla finita.

IL LAVORO - Il posto di lavoro è uno dei "topos" delle disavventure del ragionier Fantozzi. Un posto di lavoro che, negli anni Settanta (Fantozzi nasce cinematograficamente nel 1975 e si ferma al 1999, anno di Fantozzi 2000 - la clonazione) era ancora fisso, mentre oggi il lavoro è stabilmente precario se si è fortunati. I meno fortunati sono invece disoccupati. Il lavoro fisso è ormai diventato una chimera. E Fantozzi? "Fantozzi sarebbe nella mxxxa assoluta, perché i giovani non hanno più posto, non c'è più spazio per loro. La cosa più drammatica è che i timonieri, ossia i governanti, parlano solo di borsa, di indici, di spread" dice Villaggio.

"UGO, IO TI STIMO MOLTISSIMO" - Amore e sesso in Fantozzi, Paolo Villaggio ricorda il rapporto di Fantozzi con la moglie Pina: "Una moglie bruttina, dalla quale Villaggio non è attratto, infatti corteggia la signorina Silvani che è bruttina anche lei ma Fantozzi l'ha idealizzata". Eppure, Fantozzi e la Pina quasi mai parlano d'amore: "Quando il ragioniere fa una dichiarazione d'amore alla moglie, la Pina risponde dicendo che lo stima moltissimo e lui rassegnato accetta di non essere amato, Fantozzi sa di non essere amato da nessuno". Capitolo sesso: "Fantozzi è un uomo che non può permettersi di piacere alle donne perchè le donne, spesso, nella cultura occidentale, subiscono il fascino del potere economico, in particolare degli uomini che possono lanciarle nel mondo dello spettacolo. Fantozzi è inoltre poco dotato sessualmente".

Alla fine dell'intervista lascio al maestro Paolo Villaggio una copia delle mie due tesi di laurea e il comico genovese autografa le mie copie, con tanto di dedica. Una grande emozione poterlo incontrare dal vivo, poter colloquiare con lui a proposito del ragionier Ugo Fantozzi, un personaggio che da sempre ha catturato la mia attenzione. Grazie a Piero Villaggio che ha reso possibile l'organizzazione dell'intervista, grazie al signor Gioacchino (che ho conosciuto in occasione dell'intervista) e grazie ovviamente al grande Paolo Villaggio© riproduzione riservata

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